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Les Anis de Flavigny

Una lunga storia!

52 a.C.

Alesia: Cesare fa allestire sulla collina tre accampamenti militari, ospitanti tra l’altro un ospedale e un’infermeria. Porta con sé dei semi di anice verde per curare i disturbi digestivi delle sue truppe. Dopo la vittoria sui Galli, Cesare dona la collina a Flavinius, uno dei suoi veterani, che darà il suo nome al borgo.

Vista aerea del monte Auxois, luogo in cui si svolse la battaglia di Alesia.
Vercingetorige getta le proprie armi ai piedi di Cesare, di Lionel Royer (1899, Le Puy-en-Velay).

V secolo

I Burgundi, una tribù germano-scandinava, invadono la regione. Roma li autorizza ufficialmente a insediarsi nell’area alla quale lasceranno il proprio nome: la Borgogna.

Corbone, un nobile burgundo, fa allora costruire a Flavigny un castellum (una piazzaforte che avrebbe dovuto garantire la sicurezza e la sorveglianza delle vie di comunicazione) sui luoghi in cui sorgeva la villæ di Flavinius. Sotto il regno di Clodoveo (465-511), a Flavigny viene fondata la prima abbazia. La Borgogna sarà successivamente annessa al regno dei Franchi nel 534.

Vista dell’abbazia di Saint-Pierre alla fine del XVII secolo. Incisione del Monasticum Gallicanum.

Vista dell’abbazia di Saint-Pierre alla fine del XVII secolo. Incisione del Monasticum Gallicanum.

719

Fondazione dell’abbazia da parte di Ware (o Wideradus). L’abbazia* oggi è uno degli edifici religiosi più antichi di Francia ed è caratterizzata da un inusuale sviluppo verticale tipico dell’architettura carolingia mantenutosi intatto. La regola benedettina elaborata da san Benedetto da Norcia nel VI secolo organizza la vita quotidiana dei monaci dividendola in momenti dedicati alla preghiera, al lavoro manuale e al lavoro intellettuale.

* Un’abbazia è un luogo chiuso in cui vivono uomini o donne che obbediscono a una regola monastica. Quanti non vivono all’interno dell’abbazia non possono entrarvi, eccezion fatta per i pellegrini che hanno accesso alle cripte per venerarvi le reliquie, i corpi santi o i sarcofagi.

VIIIe siècle

La Laus perennis, lode perenne, è cantata giorno e notte nella chiesa dell’abbazia.

Nel 755, Manasse il Grande, abate di Flavigny, vi porta le reliquie di san Prix (chiamato anche san Preietto), vescovo di Clermont-Ferrand nel VII secolo.



Alla fine dell’VIII secolo, l’abbazia viene dotata di un importante centro scrittorio.
Molti libri dell’abbazia di Flavigny sono stati venduti dai monaci mauristi ai gesuiti nel 1642. Il resto è stato distrutto da un incendio, l’unico manoscritto che resta dell’abbazia è questo evangeliario, considerato un “Tesoro nazionale” e conservato nella biblioteca municipale di Autun a partire dal XVIII secolo. Una parte degli archivi di Flavigny si trova presso gli archivi dipartimentali di Digione. Il fondo ha un notevole valore e contiene soprattutto delle carte antiche.

Evangeliario realizzato presso l’abbazia di Flavigny.
È l’unico manoscritto dello scriptorium ritrovato ad oggi.

L’ex libris risalente all’abbaziato di Manasse (755-788) attesta che questo evangeliario è stato proprio realizzato nello scriptorium dell’abbazia, riporta infatti: Liber sancti Petri Flavigniacensis, che significa “libro appartenente all’abbazia di Saint-Pierre”. È l’unico manoscritto ritrovato fino ad oggi, a partire dalla Rivoluzione sarà considerato “Tesoro nazionale”.

L’anice verde deve essere coltivato presso l’abbazia di Saint-Pierre di Flavigny, è Carlomagno che lo ordina!

L’anice verde deve essere coltivato presso l’abbazia di Saint-Pierre di Flavigny, è Carlomagno che lo ordina!

IX secolo

Nell’812, Carlomagno ordina che l’anice sia coltivato nei conventi e nei monasteri. Fu in quel momento che i monaci ebbero l’idea di rivestire un seme di anice con dello sciroppo di zucchero andando a creare quello che poco a poco sarebbe divenuto il confetto che successivamente si sarebbe chiamato Anis de Flavigny?

Nell’864 o nell’866, le reliquie di santa Regina vengono traslate nell’abbazia di Flavigny per proteggerle dalle invasioni normanne. Flavigny-sur-Ozerain diverrà il terzo luogo di pellegrinaggio più importante di Francia.

Nell’878, la chiesa abbaziale è consacrata dal papa, Giovanni VIII. Si dice che i monaci gli offrirono otto libbre di anice.

Nell’887, i Normanni conquistano Flavigny.

XII secolo

Costruzione della cinta muraria e della chiesa parrocchiale di San Genesio. Lo sviluppo dell’abbazia, che aveva acquisito svariati priorati tra il 1010 e il 1038, procede di pari passo con quello del borgo.

« Vista della grande chiesa di Flavigny dove sono custodite le reliquie di santa Regina »

"Vista della grande chiesa di Flavigny dove sono custodite le reliquie di santa Regina"

Dal 1210 al 1240

Ricostruzione della chiesa abbaziale in stile gotico (fatta eccezione per il presbiterio).

XIV secolo

Occupazione di Flavigny da parte degli Inglesi che la considerano come una piazzaforte.

reconstruction

reconstruction

Fine del XIV – inizio del XV secolo

Nuove fortificazioni dell’abbazia e del borgo.

1591

Gli Anis de l’Abbaye de Flavigny® sono offerti agli ospiti di rilievo dalla città di Semur-en-Auxois.

Fine del XVII – inizio del XVIII secolo

1644 : insediamento dei monaci benedettini della congregazione di San Mauro che avviano svariate opere di rinnovamento all’interno dell’abbazia. Alla stessa epoca, il Duca di Saint-Simon riferisce che Luigi XIV amava succhiare delle caramelle “all’anisse” che conservava con cura in una confettiera da tasca rotonda e piuttosto piatta.

Anna d’Austria (1601-1666), in pellegrinaggio ad Apt nel 1660, si vede offrire “6 libbre di confetture secche, 4 libbre di confetti e 3 libbre e mezza di semi di anice rivestiti di zucchero”.

Anna d’Austria (1601-1666).
Il Duca di Borbone, settimo principe di Condé (1692-1740).

Nel 1700, durante il suo soggiorno a Digione, il principe di Condé riceve l’equivalente di diciassette chilogrammi di Anis de Flavigny. Nel 1703, riceve nuovamente ventiquattro scatole di Anis.

Nel 1701, Monsieur de Creancey, luogotenente del re per l’Auxois, e la sua sposa ricevono a Semur-en-Auxois dodici casse di Anis de Flavigny, per un peso e un valore complessivi di ventidue libbre e dieci soldi.

Luigi XIV ritratto da Mignard. Il Re Sole amava succhiare delle caramelle “all’anisse”…

Luigi XIV ritratto da Mignard. Il Re Sole amava succhiare delle caramelle “all’anisse”…

Denis Diderot (1713-1784), scrittore e filosofo dell’epoca dei Lumi.

Denis Diderot (1713-1784), scrittore e filosofo dell’epoca dei Lumi.

“Si definisce anice verde per distinguerlo dai confetti all’anice”. Estratto dall’Enciclopedia di Denis Diderot.

George Buffon (1707-1788), naturalista, biologo matematico, scrittore e accademico.

George Buffon (1707-1788), naturalista, biologo matematico, scrittore e accademico.

“I semi stanno al posto delle mandorle in questi piccoli confetti decisamente gradevoli… Gli anis”. Estratto dal Compendio di notizie di storia naturale di George Buffon.

1763

Il cavaliere d’Eon, spia del re Luigi XIII, nato a Tonnerre, facilita la firma di un trattato di pace con il re Giorgio V d’Inghilterra offrendogli degli Anis de Flavigny.

Il cavaliere d’Eon (1728-1810), personaggio storico enigmatico, trascorrerà quarantanove anni della sua vita in abiti maschili e trentatré in abiti femminili.

Il cavaliere d’Eon (1728-1810), personaggio storico enigmatico, trascorrerà quarantanove anni della sua vita in abiti maschili e trentatré in abiti femminili.

L’abbazia di Saint-Pierre a Flavigny dopo la Rivoluzione francese.

L’abbazia di Saint-Pierre a Flavigny dopo la Rivoluzione francese.

1792

I monaci fuggono e l’edificio è venduto come bene nazionale. Una parte della chiesa viene distrutta. Alcune pietre sono reimpiegate nella costruzione delle case del borgo.
Otto abitanti di Flavigny proseguono nella produzione degli Anis, per la maggior parte all’interno dell’antica abbazia.

1896

Il signor Galimard acquista l’abbazia e tutte le fabbriche di Anis per concentrarle in una sola insediata all’interno dell’abbazia.

La famiglia Galimard.
Il laboratorio di confettizzazione agli albori del XX secolo.

Jean Troubat, fabbricante degli Anis de Flavigny dal 1923 al 1965.

Jean Troubat, fabbricante degli Anis de Flavigny dal 1923 al 1965.

1923

Jean Troubat rileva la fabbrica degli Anis, subentrando così alla famiglia Galimard. Ha l’idea di vendere Les Anis® nei primi distributori automatici posizionati nelle stazioni ferroviarie e in quelle della metropolitana. Li vende anche nei primi “grandi magazzini” parigini, durante le fiere e nei cinema. Nel 1928, fabbrica ottanta tonnellate di Anis e le distribuisce già negli Stati Uniti, in Canada, in Algeria e un po’ ovunque in Europa.

Dal 1956 al 1960

Riscoperta della cripta da parte di Fred Guggenheim, giovane studente americano di archeologia, che aveva portato a Jean Troubat la pianta di una magnifica cripta da riportare alla luce.

René Louis, Jean Marillier e Georges Jouven, architetto responsabile per i Monumenti storici, dirigono le campagne di scavo che permetteranno di riportare alla luce la cappella della Madonna delle Colonne.

Fred Guggenheim, studente di archeologia.
Campagna di scavi condotta tra il 1956 e il 1960.

Nicolas Troubat, fabbricante degli Anis de Flavigny dal 1965 al 1990.

Nicolas Troubat, fabbricante degli Anis de Flavigny dal 1965 al 1990.

1965

Nel 1965, Nicolas Troubat succede in azienda a suo padre Jean. Porta la produzione degli Anis da ottanta a duecentocinquanta tonnellate all’anno, mantenendo il medesimo metodo di fabbricazione, sempre all’interno dell’antica abbazia. Gli Anis de Flavigny a questo punto sono distribuiti negli autogrill e nei grandi magazzini della Borgogna.

Nel 1988, la marca riceve il premio “Ruban bleu Intersuc”, a ricompensa della longevità degli Anis de Flavigny.

Nel 1997 Nicolas Troubat riceverà il “Prix Montgolfier” per aver saputo coniugare tradizione e modernità nello sviluppo dell’impresa.

Catherine Troubat, fabbricante degli Anis de Flavigny dal 1990 ad oggi.

Catherine Troubat, fabbricante degli Anis de Flavigny dal 1990 ad oggi.

1990

Dopo aver avuto la gioia di lavorare a fianco di suo padre, Catherine Troubat prende a sua volta in mano le redini dell’azienda, affiancata da sua sorella alla guida della società. Ora gli Anis® si trovano nei garden center, nei negozi di prodotti biologici, nei negozi di aeroporti e stazioni.

Nel 1992, la sede di Les Anis de Flavigny® è classificata con la menzione “Site remarquable du goût”. 

Nel 2013, le vestigia visibili o ancora nascoste della chiesa abbaziale di Saint-Pierre sono a loro volta classificate come Monumento storico.

Nel 2016, la fabbrica degli Anis ottiene il riconoscimento di “Entreprise du Patrimoine Vivant”

Rilievo delle vestigia dell’abbazia.
La maggior parte dell’abbazia era occupata da diversi fabbricanti di Anis che raggiungevano i propri alloggi con delle scale aggiunte dopo la Rivoluzione. Successivamente esse sono state tolte.
Foto scattata in rue de l’abbaye verso il 1890.
Dopo essere subentrato a suo padre nel 1873, Étienne-Frédéric Mongenet si insedia entro il perimetro dell’abbazia di Saint-Pierre e ne comincia il restauro, dedicandosi principalmente a un’ala del chiostro, al tetto e alla sua intelaiatura.
All’epoca di Jean Troubat, che ha prodotto Anis dal 1923 al 1965, la fabbrica degli Anis possiede una ciminiera in mattoni molto più alta dei tetti dell’abbazia.
L’abbazia ha conservato le sue quattro ali.
Svariate generazioni di fabbricanti si sono succedute all’interno dell’abbazia.
Nel 2019 l’abbazia ha celebrato i milletrecento anni di vita
La cripta carolingia è classificata come Monumento Storico.
Navata laterale dell'antica abbazia.
Copia del pilastro carolingio, realizzata con la stessa pietra e lavorata con gli stessi strumenti dell'epoca medievale. L'originale è conservato nel lapidario della cripta dell'abbazia.
La cappella di Notre-Dame des Piliers.
Chiave di volta, agnello mistico all'interno di una decorazione floreale, con una croce patente. Metà del XIII secolo.
Capitello (riutilizzo gallo-romano o epoca gotica).
Cappella di Sainte-Reine, costruita nell'anno 866 per accogliere le reliquie di Santa Regina.
Capitello con due registri di palmette. Abaco decorato con listelli di cavalli e aquile, XI secolo. L'originale è conservato al museo del Louvre.

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4 rue de l’abbaye
21150 Flavigny-sur-Ozerain – Francia
Tel. +33 (0)3 80 96 20 88

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